Giancarlo Menotti - The Unicorn, the Gorgon and the Manticore

Ispirata al genere del madrigale rappresentativo, la favola madrigalesca The Unicorn, the Gorgon and the Manticore (1956) si compone di un prologo e di dodici madrigali, intervallati da sei intermezzi strumentali.
Su testi dello stesso Menotti, racconta la storia di un poeta bizzarro che gira per la città in tre diverse domeniche accompagnato da tre eccentrici animali, l'Unicorno, la Gorgone e la Manticora. Dopo un iniziale momento di scompiglio e di sconcerto tra gli abitanti, che vedono le bizzarre, inquietanti, mitologiche creature trattate come animali domestici, lo sdegno lascia il posto alla curiosità e infine allo spirito di emulazione e alla sanguinaria rincorsa di una moda fine a sé stessa. Solo dopo la morte del poeta sarà svelato il ruolo delle tre creature, ossia quello di incarnare le tre fasi della vita dell'uomo: la giovinezza, l'età adulta e la vecchiaia, ciascuna con le proprie caratteristiche, tutte da custodire e non da gettare con leggerezza come abiti usati.
Raramente rappresentata in Italia e purtroppo di assai difficile fruizione da parte del pubblico, l'opera è una delle massime creazioni di Menotti, quella probabilmente cui il compositore rimase più legato e che da sempre ha raccolto pareri unanimi sul suo indiscusso valore musicale. Una fiaba madrigalistica di gradevole ascolto, ma che cela, in perfetto british style, una sottile e sprezzante satira della società. Con Menotti crediamo sia oggi vieppiù necessario ribadire che gli artisti non sono "the after dinner mint of society”, ma uno dei cardini di una società che ambisca a definirsi civile.
Il Vocalia Consort ha eseguito in forma di concerto quest'opera due volte, sotto la direzione di Francesco Corrias:
Su testi dello stesso Menotti, racconta la storia di un poeta bizzarro che gira per la città in tre diverse domeniche accompagnato da tre eccentrici animali, l'Unicorno, la Gorgone e la Manticora. Dopo un iniziale momento di scompiglio e di sconcerto tra gli abitanti, che vedono le bizzarre, inquietanti, mitologiche creature trattate come animali domestici, lo sdegno lascia il posto alla curiosità e infine allo spirito di emulazione e alla sanguinaria rincorsa di una moda fine a sé stessa. Solo dopo la morte del poeta sarà svelato il ruolo delle tre creature, ossia quello di incarnare le tre fasi della vita dell'uomo: la giovinezza, l'età adulta e la vecchiaia, ciascuna con le proprie caratteristiche, tutte da custodire e non da gettare con leggerezza come abiti usati.
Raramente rappresentata in Italia e purtroppo di assai difficile fruizione da parte del pubblico, l'opera è una delle massime creazioni di Menotti, quella probabilmente cui il compositore rimase più legato e che da sempre ha raccolto pareri unanimi sul suo indiscusso valore musicale. Una fiaba madrigalistica di gradevole ascolto, ma che cela, in perfetto british style, una sottile e sprezzante satira della società. Con Menotti crediamo sia oggi vieppiù necessario ribadire che gli artisti non sono "the after dinner mint of society”, ma uno dei cardini di una società che ambisca a definirsi civile.
Il Vocalia Consort ha eseguito in forma di concerto quest'opera due volte, sotto la direzione di Francesco Corrias: