Dietrich Buxtehude, Membra Jesu Nostri
Capolavoro della musica vocale di Dietrich Buxtehude, Membra Jesu nostri è un raffinato e toccante ciclo di sette cantate che invita alla meditazione sul Cristo crocifisso, con uno sguardo che procede in senso ascendente dai piedi sino al volto. Ad ogni parte del corpo corrisponde una cantata: piedi, ginocchia, mani, costato, torace, cuore e viso. Lungi dall’essere una meditazione lugubre e funeraria, come il titolo sembra suggerire, è in realtà un racconto musicale di rara bellezza e armonia che rinuncia all’intensità drammatica, dando intima forma alla sofferenza attraverso sonorità quiete e composte, mai gridate.
I testi sono tratti da un’orazione medioevale conosciuta al tempo di Buxtehude con il nome di Domini Bernhardi Oratio Rhythmica e considerata opera di San Bernardo di Chiaravalle, e oggi attribuita ad Arnolfo di Lovanio (ca. 1250). Il testo latino fu pubblicato ad Amburgo nel 1633 e venne riadattato dallo stesso Buxtehude per essere proposto nella forma della cantata luterana in auge in quel momento: sonata strumentale, coro, lied strofico affidato ai solisti con ritornello strumentale. Il compositore selezionò tre strofe (fra le dieci originali) per ogni lied e aggiunse dei versetti biblici come introduzione a ognuna delle cantate, affidando questa parte al coro.
Il ciclo veniva eseguito principalmente come Passionsmusik durante la settimana santa, sebbene i versetti biblici scelti a commento di ognuna delle parti del corpo del Cristo potessero adattarsi ad altre esigenze liturgiche. La prima cantata porta ad esempio l’indicazione “per il tempo di Pasqua e per ogni tempo”, e solo la sesta - Ad cor - fu scritta esplicitamente per la Passione.
Per tutta la sua vita Buxtehude fu Kantor presso la Marienkirche di Lubecca, una delle Chiese luterane più importanti dell’Europa settentrionale: insieme ad Amburgo rappresentava uno dei posti più ambiti per un musicista tedesco. Lo stesso Johann Sebastian Bach, nonostante la sua proverbiale sedentarietà, sentì il bisogno di compiere un lunghissimo viaggio (a piedi) dalla Turingia per conoscere l’illustre maestro e quel suo mondo creativo che ancora attingeva a un patrimonio artistico arcaico e severo pur essendo già proiettato nella moderna estetica degli “affetti”.
Il Vocalia ha eseguito Membra Jesu nostri:
I testi sono tratti da un’orazione medioevale conosciuta al tempo di Buxtehude con il nome di Domini Bernhardi Oratio Rhythmica e considerata opera di San Bernardo di Chiaravalle, e oggi attribuita ad Arnolfo di Lovanio (ca. 1250). Il testo latino fu pubblicato ad Amburgo nel 1633 e venne riadattato dallo stesso Buxtehude per essere proposto nella forma della cantata luterana in auge in quel momento: sonata strumentale, coro, lied strofico affidato ai solisti con ritornello strumentale. Il compositore selezionò tre strofe (fra le dieci originali) per ogni lied e aggiunse dei versetti biblici come introduzione a ognuna delle cantate, affidando questa parte al coro.
Il ciclo veniva eseguito principalmente come Passionsmusik durante la settimana santa, sebbene i versetti biblici scelti a commento di ognuna delle parti del corpo del Cristo potessero adattarsi ad altre esigenze liturgiche. La prima cantata porta ad esempio l’indicazione “per il tempo di Pasqua e per ogni tempo”, e solo la sesta - Ad cor - fu scritta esplicitamente per la Passione.
Per tutta la sua vita Buxtehude fu Kantor presso la Marienkirche di Lubecca, una delle Chiese luterane più importanti dell’Europa settentrionale: insieme ad Amburgo rappresentava uno dei posti più ambiti per un musicista tedesco. Lo stesso Johann Sebastian Bach, nonostante la sua proverbiale sedentarietà, sentì il bisogno di compiere un lunghissimo viaggio (a piedi) dalla Turingia per conoscere l’illustre maestro e quel suo mondo creativo che ancora attingeva a un patrimonio artistico arcaico e severo pur essendo già proiettato nella moderna estetica degli “affetti”.
Il Vocalia ha eseguito Membra Jesu nostri:
Roma, basilica di S. Maria in Aracoeli, 6 giugno 2015
Pietro Meldolesi, Giacomo Coletti: violino Jasmina Capitanio, Valentina Nicolai: viola da gamba Diana Fazzini: violone Evangelina Mascardi: tiorba Giulio Fratini: organo Barbara Maiulli, Maria Candela Scalabrini, soprani Floriano D'Auria, contralto Domenico Donatelli, tenore Andrea Macis, basso Direttore Marco Berrini |
Cagliari, basilica di Santa Croce, 10 ottobre 2015
Attilio Motzo, Sara Meloni: violini Jasmina Capitanio, Giorgio Oppo, Maria Giovanna Cardia: viole da gamba Massimo Tore, contrabbasso Calogero Sportato: liuto Giulio Fratini: organo Barbara Maiulli, Maria Candela Scalabrini, soprani Oh Hyun Jung, contralto Gianluigi Toro, tenore Andrea Macis, basso Direttore Marco Berrini |